venerdì 1 febbraio 2013

“Coordinamento Docenti Siracusa”


Ecco chi siamo

Ci battiamo per una scuola migliore, contro i tagli e la mancanza di investimenti per il pubblico

Il nuovo Governo si adoperi per l’istituzione del Consiglio Superiore dei Docenti

Siamo un gruppo di docenti di diverse scuole di Siracusa che ha sentito l’esigenza, come è avvenuto in altre parti d’Italia, di riunirsi e dal mese di Novembre presso la sede del liceo artistico “A.Gagini” di Siracusa si sono tenute delle riunioni. Finora stiamo assistendo a dibattiti in linea teorica e a slogan ma, al momento, nessuno ha ancora detto, cosa nel concreto fará e, soprattutto, dove spenderà di meno per investire nell’istruzione. 
Un candidato premier  per essere credibile su questo versante, innanzitutto dovrebbe dire nel suo programma, quindi prima del voto, dove toglie fondi, dove ha intenzione di tagliare la spesa pubblica improduttiva per investire in istruzione. Purtroppo  assistiamo ancora a un generico elenco di cose che devono essere fatte senza dire dove si toglie. E dopo un elenco di belle parole, alla prima finanziaria si torna a tagliare sulla scuola. 
In un programma credibile dovrebbe essere indicato chiaramente cosa si intende fare per ridare valore sociale e riconoscimento economico al lavoro che tanti docenti fanno nelle scuole che, nonostante tutto, continuano a funzionare.


Inoltre, bisognerebbe stabilire quali interventi mettere in campo per modernizzare la scuola, presentare un piano che dica chiaramente come e con che tappe si interverrà nei quattro anni di legislatura. 
Per ridare concretamente centralità alla scuola non solo a parole o con slogan occorre presentare una proposta fattibile e credibile che, al di lá delle affermazioni di principio, dica chiaramente che a giugno, nella manovra 2014 per finanziare l’istruzione si taglierà dai settori x o y. 
Una cosa è certa occorre superare la cultura del ‘punto e capo’ perché la scuola non reggerebbe ad un simile scossone. Occorre puntare su percorsi di apprendimento di qualità. La scuola deve fornire ai ragazzi conoscenze, capacità e competenze che possano assicurare l’inserimento in un mondo del lavoro sempre piú difficile e globalizzato. Occorre poi valorizzare le professionalità di chi nella scuola lavora con impegno, con fatica e con passione.
La scuola  sinora ha pagato un prezzo molto alto al risanamento del paese. Ormai non si può piú nemmeno raschiare il fondo del barile perché è scomparso anche il barile.
Occorre un progetto chiaro altrimenti, di finanziaria in finanziaria si continua con tagli che il sistema non regge piú.

 Invitiamo quindi i candidati a scrivere “qualcosa di concreto” indicando con chiarezza “quali sono le prioritá”.
Con i tagli nella scuola sono stati risparmiati 8 miliardi di euro e, nonostante le tasse,  nel bilancio dello stato è aumentato il deficit. C’è un buco nero che ci sfugge. Una politica seria deve capire dove è questo buco nero e, sicuramente non è nella scuola. Chiediamo quindi alle varie forze politiche di indicare con precisione e concretezza quali sono i punti del loro programma. E in ogni caso chiediamo come punto di partenza fondamentale quanto segue:

A nostro parere dovrebbe essere istituito un Consiglio superiore di Docenti che possa anche sedere al tavolo delle trattative in sede contrattuale ed  abbia voce in capitolo in campo di riforme, un organo indipendente dai governi e che possa continuare a svolgere attività di ricerca e confronto con i modelli scolastici mondiali per rendere più competitivo il sistema scolastico italiano, e possa inoltre prendere parte attiva ad eventuali riforme. I membri di tale Consiglio dovranno essere eletti a partire dalle singole Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado .

Qui  di seguito elenchiamo delle proposte di intervento:

  • Azzeramento del finanziamento alle scuole private, e destinare tutti i fondi per le scuole private a quelle pubbliche. (223.000.000 €) (Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.)
  • Abolizione del piano di accorpamento degli istituti al solo fine del risparmio economico.
( Si compromettono le identità delle singole istituzioni scolastiche ed i processi formativi degli allievi)
  • Utilizzo delle scuole per fornire servizi al territorio come corsi, uso dilaboratori teatri e palestre anche per eventi culturali e sportivi. (oltre a dare un servizio al cittadino si sorvegliano le strutture e si rendono efficienti i sussidi scolastici)
  • Equiparazione degli orari e retribuzioni di tutti gli ordini e gradi alla media europea. (l'orario è in linea con i colleghi O.C.S.E. e superiore a quello dei 21 paesi dell' U.E. ma lo stipendio è inferiore )
  • Pagamento delle ferie non godute. 
  • Riconoscimento della professione usurante e del ruolo di pubblico ufficiale rappresentante delle istituzioni al fine di  ridare valore e dignità alla professione d'insegnante (professione a rischio di stress a causa della giornaliera relazione con bambini e adolescenti- anche problematici- per molti anni consecutivi)
  • Fissare in 20 il numero di alunni per classe per un sereno svolgimento delle lezioni tradizionali ed una serena fruizione dei laboratori, siano essi scientifici, artistici o multimediali, che normalmente sono costituiti da 20 postazioni.
  • Proposta di modifica dell’orario di servizio con conseguente adeguamento degli stipendi:
le ore di servizio potrebbero passare a 24 ( ma di 50 minuti come negli altri paesi europei)           così articolate: 18 ore di lezione frontale e 6 per svolgere attività inerenti la funzione docente ( attività di ricerca, preparazione e correzione di elaborati, preparazione di lezioni multimediali).

§  Mantenimento del Fondo d’Istituto per le attività aggiuntive senza l’attuale decurtazione del 30 % utilizzato per gli scatti di anzianità.
§  Continuità didattica per gli insegnanti di sostegno.
§  Contratto dei docenti separato da quello per il personale ATA.
§  Corsi di aggiornamento specifici senza oneri di sorta per i docenti.( soprattutto con la finalità di confrontarsi con la didattica utilizzata dagli altri paesi europei)

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